Guardiani della Galassia

Guardians of the Galaxy: James Gunn (2014)

Siamo nei MITICI anni ’80. Una ragazzino ascolta da un walkman una cassetta divenuta un mito che non a caso si chiama “Awesome mix vol.1”.

Viene richiamato dal nonno al capezzale della madre morente che gli consegna un regalo prima di … ok, di salutarlo nella maniera definitiva.

In preda ad un dolore bieco, Peter (questo è il suo nome) scappa dalla sala d’ospedale raggiungendo il prato all’esterno della struttura dove viene “rapito dagli alieni” in perfetto stile di abduction alla Travis Walton (Bagliori nel buio).

Facciamo un salto di qualche anno e ritroviamo il ragazzino, ormai cresciuto, intento a recuperare una sfera argentata tutta intarsiata, accompagnato dal fantastico walkman con l’altrettanto fantastica compilation di musica.

Si parte!

Da questo momento il film decolla come farà da lì a poco l’astronave di Peter, “LA MILANO”, per sfuggire ad un’orda di mostri che accompagnano Morag, un cyborg al servizio di Ronan che brama la ritrovata sfera, l’Orb.

Peter alias “Star Lord” si reca su Xandar per portare l’Orb al committente del recupero. Nel frattempo Ronan fa mettere una taglia su Peter e sguinzaglia Gamora (una tipa tosta tosta, verde, e bellissima!) alla sua ricerca.

Su Xandar, nel frattempo, anche altri cacciatori di taglie si accorgono della presenza di Peter e decidono di catturarlo. Mi sto riferendo a Rocket Raccoon (un istrionico procione biologicamente modificato, mago dell’elettronica e delle armi) e al suo compare Groot, una pianta senziente che cammina (come nel Signore degli Anelli!) e che pronuncia solo e soltanto “Io sono Groot” per quasi tutto il film, con i più disparati significati.

Si innesca un’interessante caccia all’uomo in contemporanea ad un’altrettanto interessante caccia all’Orb.

Chi ne trae beneficio?

Nessuno; infatti l’intervento dei Nova Corps, la polizia locale (e non solo!) pone in arresto il quartetto.
(Peter, Gamora, Rocket e Groot)

Dopo l’identificazione vengono spediti a Kyln, un carcere di massima sicurezza disperso nello spazio.

Intanto su Xandar anche Yondu è alla ricerca di Peter. Yondu è una sorta di bandito spaziale affiliato come Peter ai “Ravagers”, ed è colui il quale ha prelevato Peter sulla terra.

Ma torniamo “in prigione” direttamente e senza passare dal via…

Qui Gamora non gode una grande fama e subito rischia il linciaggio.

A questo punto fa il suo ingresso in scena il quinto elemento dei futuri Guardiani della Galassia, ovvero Drax (il distruttore) che vorrebbe sfogare la propria rabbia accumulata nei confronti di Ronan (per avergli sterminato la famiglia) su Gamora, rea di essere sua complice.

Il tempestivo intervento di Peter scongiura il fattaccio, giusto in tempo per capire che Gamora non è una tirapiedi di Ronan, ma che addirittura lo tradisce per potersi rivendere l’Orb. Questo tradimento innesca il nuovo tentativo di recupero dell’Orb e la caccia a Gamora da parte di Ronan, incaricando di tale compito Nebula, una cyborg assetata di sangue e priva di sentimenti (tranne l’odio), nonché sorella di Gamora.

Si capisce che il destino dei cinque è ormai accomunato da molteplici fattori, ma a cementare il tutto c’è la rocambolesca fuga dalla prigione; resa possibile da una magistrale modifica di un sacco di apparecchiature di controllo (e dalla protesi di un detenuto) ad opera di Rocket.

Ah, dimenticavo, una guardia s’era nel frattempo appropriata del walkman di Peter che, per recuperarlo, aggiunge un pizzico di sale (ehm!) di suspance alla fuga a bordo della fedele “La Milano”.

Ora i nostri fanno tappa dal “Collezionista” (Taneleer Tivan) che ha commissionato il recupero dell’Orb a Gamora.

Inutile dire che per il recupero la cifra pattuita è enormemente più grande della taglia sulla testa di Peter.
Inutile altresì aggiungere che all’interno della sfera è contenuta una delle Gemme dell’Infinito, portentosa pietra dotata di un potere distruttivo (ma anche costruttivo) senza pari.

Lo si scopre dal racconto di Tivan e se ne ha una dimostrazione quando una sua assistente decide di “toccarla con mano”, provocando un’esplosione che devasta l’intera dimora del Collezionista.

Ecco perché Ronan vuole la sfera, o meglio, la gemma in essa contenuta. In realtà avrebbe dovuto recuperare la gemma per Thanos, un cattivone one-one, ma resosi conto del suo potere decide di usarla per annientare gli Xandariani, che gli stanno parecchio sul culo dopo la firma di un trattato di pace col suo pianeta d’origine.

Purtroppo l’ebbrezza porta Drax a contattare Ronan rivelandogli la posizione della gemma, per poterlo sfidare in un combattimento all’ultimo sangue per vendetta.

Dopo l’esplosione Peter recupera la sfera e di comune accordo con gli altri (beh, non proprio), decide di consegnarla alla Nova Corps.

Ma ecco che arriva Ronan, più incazzoso che mai.

Ennesima rocambolesca fuga dei nostri mentre Drax affronta Ronan e le prende di brutto.

Anche i nostri non se la passano benissimo; la sfera passa in mano a Nebula e Gamora rischia la vita nello spazio aperto, dopo la distruzione della sua navicella.

Peter comunica la propria posizione a Yondu e per evitare la morte certa di Gamora, si lancia nel vuoto con la sua tuta spaziale e gliela cede, rischiando a sua volta, e non poco!

Yondu recupera entrambi e li fa prigionieri.

Nel frattempo Groot salva Drax (pesto ma ancora vivo) e con Rocket decidono di liberare Peter e Gamora dalle grinfie di Yondu.

La faccio breve.

Yondu si accorda con Peter e lo libera, per sottrarre l’Orb a Ronan, non prima di aver allertato i Nova Corps dell’imminente pericolo.

Tutti amici quindi, i nostri cinque, Yondu coi suoi Ravagers e i Nova Corps contro Ronan.

Segue un’epica battaglia con tanto di rete d’energia formata dalle navicelle dei Nova, che ingabbia l’astronave enorme di Ronan, permettendo l’incursione dei nostri, che la faranno precipitare al suolo, al costo di “perdere” Groot nell’estremo tentativo di salvataggio del gruppo.

Dalle rovine esce quasi intonso Ronan, deciso più che mai a sterminare tutto e tutti sul pianeta (siamo su Xandar).

Bene, Peter grazie ad una “gara di ballo alla Footloose” riesce a distrarre il “fiorellino di sterco” Ronan, e col gioco di squadra, a sottrargli la gemma, distruggendolo.

Baci, abbracci, ringraziamenti e una “rimessa a nuovo” del “La Milano” portano il racconto verso il finale.

Ma Groot?

Beh, …

diciamo che non era proprio “morto”, ma che da un rametto ben invasato ricresce da “Baby Groot”.

Il giudizio è presto dato:

EPICO, caciarone, simpatico, molto divertente, comico, ricco di capovolgimenti e TANTI, davvero TANTI ANNI ’80.

Fantastico, da vedre e rivedere, come ultimamente ho fatto nella “Double feature” del 24 aprile al cinema Arcadia di Melzo (in sala Energia of course), in attesa dell’uscita de “Guardiani della galassia vol.2”.

NOI SIAMO GROOT!