Titan

Titan di Lennart Ruff, prodotto da NETFLIX (2018)

In un futuro non molto lontano saremo parecchi sulla terra. Molti esseri umani e risorse scarseggianti.
Come sopravvivere? Cercando altrove di preservare la razza umana.

E come farlo?

Beh, tentando una buona e sana manipolazione genetica per creare il superuomo (Homo Titanes) che possa sopravvivere su Titano con ciò che offre, come un’atmosfera di azoto al 95%, temperature perennemente sotto lo zero e luce soffusa tutto il giorno.

Che bel posticino! Ma è il più simile e più vicino alla terra, secondo le nostre conoscenze e raggiungibile con le nostre tecnologie attuali e future.

Più o meno questo è lo scenario che fa da sfondo alle vicende del film.

Ovviamente, partendo già da una buona base distopica, come si può fare per rendere ancora più disumano un trattamento disumanizzante già di suo?

Semplice, basta darlo in gestione ai militari.
Loro ti trattano bene, coccolano te e famiglia, sembrano regalarti la casa dei tuoi sogni e concederti un certo stile di vita.

Ma niente è “aggratis”.

In cambio vogliono il tuo… corpo o ciò in cui si potrebbe trasformare.

Ecco che via via prende forma la trasformazione genetica frutto di innesti interspecie, testata su un gruppo di cavie umane, rigorosamente volontarie e consapevoli (oppure no?) dei possibili effetti collaterali.

Che si manifestano di buon punto, rischiando di mandare tutto il progetto Titan in vacca.

La speranza però è l’ultima a morire e la si vede rappresentata, come nelle sequenze di Blade Runner uscito al cinema negli anni ottanta, da un bel volo in mezzo alle nuvole.
(Sicuramente un omaggio nelle intenzioni del regista, altrimenti si dovrebbe scomodare l’idea del plagio).

Il tema della trasformazione da uomo a diverso e, per certi versi mostro, ritorna in questo film.
Ma la repulsione per la forma del marito mutato è vinta dalla forza dell’amore per il compagno.

Quindi?

L’amore vince sulla paura del diverso ed ogni scarraffone è bello a mamma sua…

Non male, un po’ di sci-fi a digestione lenta, ma tuttosommato, fatto bene.

Ancora una volta NETFLIX produce e convince.

E ancora una volta incastona in una sua produzione un cast composto da bravi attori.

Il mostro/marito è Sam Worthington (ancora blu ma un po’ più slavato rispetto ad Avatar), la moglie è Taylor Schilling che dalla prigione di Litchfield si sposta in una base militare e soprattutto il buon (ah, ah, ah) dottore che sovraintende gli esperimenti, interpretato da Tom Wilkinson.

… Intanto sulla TV in chiaro c’è l’ennesimo biopic su un santo e/o un telefilm di mafia e/o un prete in bici o la settecentotrentaseimillesima puntata di bruttiful …

Io scelgo lo spazio, e voi?

https://www.youtube.com/watch?v=PaK_yysG6z0