Man on the Moon

Man on the moon, Milos Forman (1999)

Il film di Milos Forman è un tributo alle opere, ai fatti e misfatti di un personaggio televisivo statunitense molto amato ed odiato allo stesso tempo.

Andy Kaufman, questo è il suo nome.

L’interpretazione di Jim Carrey è addirittura oltre il tributo, perfetta al punto di rasentare lo sdoppiamento di personalità, in puro stile schizofrenico.

Il film si apre con un timido Andy che ci ringrazia per aver assistito allo spettacolo e ci invita ad accomiatarci con tanto di titoli di coda che scorrono al suono di un quarantacinque giri un po’ claudicante.

Titoli di coda, in testa

Buio..

Andy riemerge dalle tenebre e ringrazia chi s’è fermato, ammettendo l’operazione neanche tanto velata di scrematura del pubblico, trattenendo “in sala” solo chi è veramente interessato al film.

La storia inizia con un Andy ragazzino che dà spettacolo ad un pubblico inesistente, per gli altri, ma vasto e variegato per lui e la sua fantasia, quanto potrebbe esserlo una carta da parati variopinta.

Ovviamente i genitori cercano di dissuadere il piccolo Andy dal fare “quello che sta facendo”, molto probabilmente perché non lo capiscono, ottenendo l’esatto contrario.

Andy invece ha già ben chiaro che cosa farà da grande.

Da grande farà spettacolo, non ridere, perché lui non è un comico.

Inizia nei locali dove si fa stand-up comedy, proponendo un surreale teatrino con un suo alter-ego di nome Latka, direttamente proveniente da Caspiar, nel mar Caspio che a sua volta si trasforma in emulo di Elvis.

Qui viene notato da George Shapiro (Danni De Vito), un agente di spettacolo che gli propone una collaborazione.

Povero George, non ha la minima idea di cosa lo aspetti!

Si, perché Andy è un vulcano di idee, un fiume in piena che travolge tutto e tutti, non curante delle conseguenze.

Dopo George facciamo la conoscenza del suo “amico” Tony Clifton; discutibile talento canoro da cabaret che ha qualcosa di sospetto, qualcosa che non torna diciamo…

Tony Clifton – Don’t smoke

L’ascesa di Andy lo porta a vestire i panni di Latka nella sit-com TAXI, dove tra l’altro, recitava realmente Danni De Vito.

La serie verrà intralciata (se non addirittura messa a rischio) da Tony Clifton, su esplicita richiesta di Andy.

Beh, provate ad immaginare chi è in realtà Tony Clifton.

Seguiamo Andy nei suoi spettacoli col giradischi e canzonette infantili sino al Saturday Night Live; lo scopriamo infastidito quando il pubblico vuole vedere solo Latka nelle sue esibizioni, e puntualmente si becca qualcosa di inaspettato e forse improponibile.

Saturday Night Live Show

Vede la luce una sequela pressoché infinita di situazioni surreali, abilmente (ed irresponsabilmente) orchestrate da Andy con la collaborazione del fido Bob (Zmuda).

Lo scopriamo inventore e campione del Wrestling inter-genere (dove sfida sul ring le “donne” irritandole con un mero machismo da caserma), arruffapopoli nelle sue esibizioni live nel sud degli Stati Uniti dove insulta e deride i locali, sino ad arrivare ad un vero (?!?) e proprio incontro col wrestler professionista Jerry Lawler.

Wrestling inter-genere

Incontro vinto, ebbene sì, per squalifica dell’avversario, ma che gli costò la degenza ospedaliera.

Tempo dopo, col collare cervicale, ritroviamo Andy e Jerry al David Letterman Show. Anche qui la tensione sfocierà in un battibecco con tanto di caffè scagliato in faccia a Jerry e fuga tempestosa dallo studio.

Rissa al David Letterman Show

Ma tanto è tutto finto. Sì, perché Andy riesce a “tirare in mezzo” chiunque interagisca con lui; per cui si scopre che tutta la faccenda è un’articolata presa in giro.

Un’autentica finzione, un gioco!

Le trovate surreali generate da Andy ti portano a dubitare veramente di tutto.

Anche della sua dipartita.

Purtroppo resterà vittima di un cancro ai polmoni. Ma sino all’ultimo nessuno crederà alla sua malattia, familiari compresi.

Andy è stato davvero geniale, originale, controverso ed istrionico, nella sua incredibile semplicità.

Naturalmente in previsione della dipartita, Andy riuscì ad organizzare anche il proprio funerale, con tanto di cerimonia a base di karaoke preregistrato.

Funerale irriverente

Una sorta di spettacolo di chiusura, quello definitivo.

Ho riscoperto recentemente questo film che consiglio vivamente a tutti.
Chiudo dicendo che reputo l’interpretazione di Jim Carrey un vero capolavoro di recitazione, che va oltre la recitazione.

Grande film, davvero per tutti.

If you believed
they put a man on the moon,
man on the moon

If you believe
there’s nothing up his sleeve,
then nothing is cool.

REM – Man on the Moon